Dalla dichiarazione dei diritti dell’uomo (1948):
Art. 25.
Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione…
Ogni essere umano ha il diritto alla felicità e alla pienezza della propria esistenza. (Energia per i diritti umani).
La privatizzazione, il taglio degli statali, l’accordo del lavoro senza incentivi, la demolizione dello stato a favore del privato, sono tutti atti di “guerra”: una guerra ai “poveri”, meno brutale di quelle mondiali dove era a repentaglio la stessa sopravvivenza, la vita, ma di identica sostanza.
Non c’è il rispetto per l’altro. Capi e capetti “opprimono” i loro simili. Lo “devi” fare, non stare qua, non stare la, devi finire per stasera, non c’è lavoro, solo “raccomandati”, ecc…
E nello stesso tempo sono assolutamente convinto che è possibile eliminare la fame nel mondo, ridurre per tutti l’orario di lavoro a 6 ore giornaliere, ed essere più felici e rispettosi della personalità e dei desideri altrui.
Il lavoro “statale”, il posto fisso contiene l’aspirazione a un “diritto di esistenza”, un vitalizio, che per ora hanno solo i parlamentari, per tutti, che ci affranchi dalle preoccupazioni del vivere, del cibo, dell’istruzione, della salute, della casa e ci lasci liberi, ciascuno di noi, di essere e fare quello che veramente vogliamo.
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