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Archive for febbraio 2015

OceanPlastic1L’”isola di plastica”, se così la possiamo chiamare, è stata scoperta casualmente nel 1997 da Charles Moore. L’ oceanografo statunitense navigava al largo delle coste californiane e, spinto dal vento delle Hawaii, si è scontrato con un continente non segnato sulle carte. Oggi è chiamato Pacific Trash Vortex: un immenso accumulo di rifiuti galleggianti, composto prevalentemente da plastica. Detto anche Great Pacific Garbage Patch, cioè la Grande Chiazza di Immondizia del Pacifico, è diventato negli anni seguenti l’oggetto di studio della Algalita Marine Research Foundation.
L’”isola”, che non si vede con Google Earth, si trova tra 135-155° W e 35-42° N, è grande due o quattro volte l’italia e galleggia in mezzo al mare con uno spessore dai 6 ai 30 metri (non c’è una misura esatta). La circolazione dell’acqua la rende pressoché stazionaria e le correnti che vi affluiscono ne alimentano la dimensione.
Penso che la soluzione più radicale ed efficace allo smaltimento dei rifiuti sia usare il grande inceneritore naturale: il sole. Si raccolgono i rifiuti con un Space Shuttle e “si spara” sul sole, recuperando lo stadio dei motori. Una volta arrivato nel sole tutto è bruciato e il missile e il suo contenuto è trattenuto dalla gravità per tutto il tempo necessario all’annichilimento.
L’associazione no-profit fondata da Charles Moore è visibile alla pagina:
http://www.algalita.org/

 

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